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Ricorre in questi giorni il 25° compleanno del cloud, invenzione che ha dato impulso alla quarta rivoluzione industriale. La prima persona a utilizzare il termine “cloud computing” in ambito accademico fu il professor Ramnath Chellappa durante una conferenza dal titolo...
Ricorre in questi giorni il 25° compleanno del cloud, invenzione che ha dato impulso alla quarta rivoluzione industriale. La prima persona a utilizzare il termine “cloud computing” in ambito accademico fu il professor Ramnath Chellappa durante una conferenza dal titolo “Intermediaries in Electronic Markets” a Dallas il 26 ottobre 1997. L’accademico definì il cloud computing come “un nuovo paradigma informatico in cui i confini saranno determinati dalla logica economica piuttosto che dai limiti tecnologici”.
Gli anni ‘90 sono stati a tutti gli effetti il decennio in cui si sono gettate le basi della tecnologia cloud: diverse aziende hanno iniziato a offrire i primi servizi digitali e il termine si è diffuso con sempre maggiore successo tra addetti ai lavori e consumatori. Oggi si può affermare che il cloud computing è stata una delle invenzioni che ha cambiato per sempre l’information technology: ha permesso a milioni di aziende di alleggerirsi dall’acquisto e dal mantenimento di data center e server fisici spostando nella nuvola digitale tutte le funzioni operative.
Secondo Eurostat oggi il 60% delle imprese italiane utilizza il cloud, per un mercato che stando al recente report di Grand View Research globalmente vale 484 miliardi di euro con un giro d’affari previsto per il 2030 superiore ai 1.500 miliardi di euro (+15,7% di crescita annua).
In Italia ed Europa l’Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Milano quantifica il mercato in 4,5 miliardi di euro (+15% rispetto al 2021). Il dato dell’adozione del cloud da parte delle imprese italiane (60%) è superiore alla media europea (42%) e posiziona il Belpaese al 5° posto nel continente, davanti a Germania (40%) e Francia (30%), in una classifica capeggiata dalla Svezia (75%) e chiusa dalla Bulgaria (13%). Il report di Eurostat specifica che il 79% delle aziende utilizza il cloud per la posta elettronica (l’Italia è prima in questa classifica con il 96%), il 68% per lo storage e il 58% per gli applicativi sulla sicurezza. Numeri importanti ma inferiori per quanto riguarda le applicazioni software per finalità più avanzate, come finanza/contabilità (48%), CRM (27%) e pianificazione delle risorse aziendali (24%).
Questi numeri fanno comprendere quanta strada è possibile ancora compiere per distribuire il paradigma cloud sugli altri ambiti dell’infrastruttura IT.
Tra le aziende che operano in ambito cloud, Mia-Platform, inserita per il secondo anno consecutivo nella classifica “FT 1000 Europe’s Fastest Growing Companies” del Financial Times, ha da poco lanciato l’ultima versione della sua piattaforma, Mia-Platform v10, con nuove funzionalità che semplificano e accelerano il rilascio di applicazioni e servizi digitali, garantendo un’esperienza di sviluppo ottimizzata agli utilizzatori della piattaforma.
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