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Dopo la pubblicazione dell’ultimo rapporto dell’UNFCCC sui cambiamenti climatici e l’appello del segretario generale delle Nazioni Unite Guterres, il decreto del Mase stanzia 502 milioni di euro per il triennio 2024-2026 per dare maggiore impulso alla ricerca e allo sviluppo...
Tra pochi giorni, dal 30 novembre al 12 dicembre, si aprirà a Dubai la Cop28, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. E in vista di questo ormai appuntamento è stato diffuso anche il rapporto aggiornato dell’UNFCCC, l’organismo che in seno alle Nazioni Unite si occupa di cambiamenti climatici. Da esso emerge che l’ambizione globale in materia di clima è rimasta stagnante nell’ultimo anno e che i piani climatici nazionali sono “sorprendentemente disallineati” rispetto alla scienza. E António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha così commentato: “Mentre la realtà del caos climatico colpisce le comunità di tutto il mondo – con inondazioni, incendi e siccità sempre più violente – l’abisso tra necessità e azione è più minaccioso che mai”
Andamento fuori rotta
Secondo l’organismo delle Nazioni Unite che si occupa di cambiamenti climatici le emissioni globali di gas serra devono diminuire del 45% entro la fine di questo decennio rispetto ai livelli del 2010, per raggiungere l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius. Invece secondo l’ultimo rapporto, le emissioni sono destinate ad aumentare del 9%.
Per questo Guterres ha chiesto un’accelerazione dei tempi di azzeramento delle emissioni “in modo che i Paesi sviluppati ci arrivino il più vicino possibile al 2040 e le economie emergenti il più vicino possibile al 2050”. Ha inoltre sollecitato un aumento degli investimenti nelle energie rinnovabili, da affiancare alla graduale eliminazione dei combustibili fossili. Il capo delle Nazioni Unite ha sottolineato che i Paesi sviluppati devono ricostruire la fiducia “mantenendo i loro impegni finanziari”. E ha aggiunto che “un progresso centimetro per centimetro non è sufficiente. È tempo di una supernova di ambizione climatica in ogni Paese, città e settore”.
Il capo delle Nazioni Unite ha affermato che i governi devono unirsi per mettere in campo i finanziamenti, il sostegno e i partenariati necessari, mentre i Paesi sviluppati devono ricostruire la fiducia mantenendo gli impegni finanziari assunti.
Non bastano “piccoli passi”
“Il rapporto di oggi mostra che i governi stanno facendo piccoli passi per evitare la crisi climatica. E dimostra perché i governi devono fare passi avanti coraggiosi alla Cop28 di Dubai, per mettersi in carreggiata”, ha dichiarato il Segretario esecutivo dell’UNFCCC, Simon Stiell.
“Questo significa che la Cop28 deve essere un chiaro punto di svolta. I governi devono non solo concordare quali azioni climatiche più incisive saranno intraprese, ma anche iniziare a mostrare esattamente come realizzarle”.
Ha sottolineato che la conclusione del primo bilancio globale alla Cop28 è il momento in cui le nazioni possono ritrovare lo slancio per incrementare l’azione in tutti i settori e mettersi in carreggiata per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi del 2015.
L’inventario è destinato a informare la prossima serie di piani d’azione per il clima – i contributi nazionali determinati, o NDC – da presentare entro il 2025, aprendo la strada a un’azione accelerata.
“Il rapporto Global Stocktake pubblicato quest’anno dalle Nazioni Unite sul cambiamento climatico mostra chiaramente dove i progressi sono troppo lenti.
“Ma illustra anche la vasta gamma di strumenti e soluzioni proposte dai Paesi. Miliardi di persone si aspettano che i loro governi prendano in mano questa cassetta degli attrezzi e la mettano in pratica”, ha aggiunto.
“Ogni frazione di grado è importante, ma siamo gravemente fuori strada. La Cop28 è il momento di cambiare questa situazione”, ha detto Stiell. “È ora di mostrare gli enormi benefici che derivano da un’azione climatica più coraggiosa: più posti di lavoro, salari più alti, crescita economica, opportunità e stabilità, meno inquinamento e una salute migliore”.
502 milioni di euro per il triennio 2024-2026
A pochi giorni dalla presentazione del rapporto dell’UNFCCC è arrivata per certi versi una risposta dall’Italia, con il via libera da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica a uno stanziamento di 502 milioni di euro per promuovere, nel triennio 2024-2026, la ricerca e lo sviluppo di tecnologie energetiche innovative a zero emissioni di carbonio. Il decreto, firmato dal ministro Gilberto Pichetto, fissa le linee di attività e le modalità attuative del programma internazionale “Mission Innovation” a cui l’Italia aderisce insieme ad altri 24 Paesi.
“Il nostro impegno per sostenere la transizione energetica del Paese”, ha dichiarato Pichetto, “si rafforza ulteriormente con un consistente aumento di risorse pubbliche dedicate al sostegno della ricerca e dell’innovazione di tecnologie pulite per contenere le emissioni climalteranti. Andiamo avanti su questa strada con convinzione e pragmatismo per arrivare con ancora maggiore determinazione al negoziato della Cop28 di Dubai”.
Ripartizione delle risorse
Il programma ripartisce la somma dei 502 milioni su una serie di linee d’azione, e più in particolare: 182 milioni di euro sono assegnati alle rinnovabili, alle tecnologie di rete elettriche e allo stoccaggio dell’energia con l’obiettivo di integrare efficacemente le energie rinnovabili intermittenti, come l’eolico e il solare, nel mix di generazione, mantenendo i sistemi stessi economicamente efficienti, sicuri e resilienti; 118 milioni di euro all’idrogeno rinnovabile, per aumentarne la competitività economica e l’uso in sicurezza attraverso il sostegno alle attività di ricerca, sperimentazione e realizzazione di prototipi industriali; 135 milioni di euro sono dedicati al settore nucleare, prevedendo la realizzazione di attività di ricerca e sperimentazione sui piccoli reattori modulari di terza e quarta generazione nel breve-medio periodo e sulle tecnologie di fusione per il lungo periodo. In questo ambito una quota delle risorse sarà utilizzata specificatamente per attività di formazione, con l’obiettivo di rafforzare le competenze professionali, tecniche e specialistiche in questo settore; 36 milioni a progetti trasversali che coinvolgono ambiti comuni quali materie prime critiche e materiali avanzati, elettrolizzatori, bioidrogeno, biocarburanti e integrazioni con le reti; 11 milioni di euro andranno ai progetti internazionali finalizzati a garantire la cooperazione industriale e la collaborazione con le principali istituzioni del settore energetico.
Per l’attuazione del programma “Mission Innovation” è prevista la pubblicazione di bandi di gara ad hoc, rivolti agli organismi di ricerca e alle imprese, prevedendo per l’area nucleare la stipula di uno specifico accordo di programma tra Enea e Mase.
Infine, in considerazione della peculiarità del programma, volto a sostenere progetti di ricerca e sviluppo di tecnologie a livello pre-commerciale, particolare attenzione sarà dedicata al coinvolgimento del settore privato. Il decreto è stato trasmesso agli organi di controllo e sarà pubblicato a seguito della registrazione
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