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Come SAP utilizza i suoi Experience Center e le sponsorizzazioni nello sport e nell'entertainment per raccogliere dati di prima mano e sperimentare tecnologie per lo sviluppo di soluzioni innovative
“Aggiungere una tecnologia potente come l’IA generativa on-top a una soluzione non aggiunge molto valore, se non si conoscono profondamente le industrie che la utilizzano”. Così dice il Senior Vice President e Chief Marketing and Solutions Officer di SAP Industries & CX Sven Denecken nel suo intervento al Future of Businesses Forum che si è tenuto nel campus di SAP a Walldorf, in Germania, dove l’azienda è nata.
“Nei suoi 50 anni di storia, SAP ha raggiunto una profonda penetrazione in numerosi settori e lungo tutte le filiere industriali, dall’estrazione e agricoltura all’industria di trasformazione, la distribuzione e fino al consumatore finale – dice – e questo ci consente di conoscere le strutture di dati che generano e utilizzano”.
Le aziende stanno guardando alla IA generativa con molto interesse, ma anche con qualche preoccupazione. Da un modello si aspettano che risponda alle richieste del personale con informazioni certe, provenienti dai dati aziendali (di tipo system of records ma anche non strutturati). Ma al contempo, chiedono che questi dati siano gestiti in base alle proprie regole di governance e non condivisi con terzi. Una sfida non da poco.
Aggiungere una tecnologia potente come l’IA generativa on-top a una soluzione non aggiunge molto valore, se non si conoscono profondamente le industrie che la utilizzano
È qui che si giocherà la battaglia della IA generativa per aziende, ed è qui i reparti di ricerca e sviluppo dei principali vendor si stanno applicando. La proposta di SAP, presentata proprio nei giorni dell’evento, è Joule, un assistente che permette di scegliere tra diversi modelli linguistici e farli lavorare in un ambiente controllato sui dati aziendali. Dati di cui, per trarre il maggior valore, bisogna conoscere ogni dettaglio: il significato semantico, la tassonomia, le relazioni, la rilevanza in un certo contesto aziendale o di filiera.
Come dicevamo, SAP può conoscere molte di queste informazioni grazie alla penetrazione in aziende in settori eterogenei. Come fare però per inventare nuove soluzioni che ancora non sono state messe in pratica, sperimentare direttamente su dati e situazioni e realizzare applicazioni innovative per le quali ancora non ci sono best practice?
Ecco che entrano in scena due diverse attività dell’azienda: gli Experience Center e le sponsorizzazioni.
SAP Experience Center: laboratori per la co-creazione
Gli Experience Center di SAP sono una rete di strutture distribuite in tutto il mondo in cui partner e clienti possono avere una dimostrazione pratica delle tecnologie, lavorare a più mani sulla costruzione di una soluzione, ma in sette di essi anche un laboratorio in cui vengono ricreati ambiente e condizioni operative delle diverse attività produttive: dal retail all’industria 4.0, dal fashion alla produzione farmaceutica.
A Walldorf abbiamo potuto visitare l’Experience Center dedicato al retail, con dimostrazioni di un customer journey online, ma anche di un’esperienza di shopping in negozio, grazie a un ambiente in cui è stato ricreato un supermercato, con scaffali, prodotti, cartellini del prezzo dinamici, telecamere, sensori, schermi per digital signage e registratore di cassa.
È quindi possibile progettare e sperimentare nuove esperienze d’acquisto, per esempio basate sul riconoscimento di un cliente che ha aderito a un programma fedeltà, sui suoi spostamenti nel negozio, sulla visualizzazione di messaggi promozionali personalizzati, fino al pagamento in cassa. Il tutto, non dentro un PowerPoint, ma nel mondo reale.
I clienti hanno la possibilità di toccare con mano nuovi dispositivi, app e interazioni digitali ogni giorno, e si aspettano di ritrovare quel tipo di esperienza in ogni contatto con le aziende
“Con la democratizzazione della tecnologia, i clienti hanno la possibilità di toccare con mano nuovi dispositivi, app e interazioni digitali ogni giorno, e si aspettano di ritrovare quel tipo di esperienza in ogni contatto con le aziende”, ci dice André Bechtold, SVP, Head of Solution & Innovation Experience di SAP. “È necessario fornire loro delle situazioni in cui si possano sentire da subito coinvolti, senza dover leggere istruzioni o sforzarsi a imparare una procedura. Questa è una cosa che vediamo soprattutto nei millennial, che anche nel caso dell’acquisto di un’auto vogliono salire a bordo e guidare, senza dover avere una lezione di un’ora da parte del servizio post vendita”.
Una fabbrica per sperimentare l’industry 4.0
Nella sua Industry 4.0 Experience SAP ha invece ricreato ambienti di produzione industriale per manifattura discreta (bracci robotici, macchine per la pressofusione, movimentazione), e di processo (serbatoi, miscelatori, pompe e condutture).
Qui si può vedere come una decisione presa sui sistemi gestionali negli uffici viene trasformata nell’avvio di un processo, con istruzioni date a macchine e personale, che a loro volta trasmettono in tempo reale informazioni sullo stato di avanzamento o l’insorgere di eventuali problemi da affrontare.
“Nell’industria e altri settori specifici le competenze dei partner che lavorano nei settori verticali diventa essenziale l’apporto dei partner, che vengono coinvolti in tutte le fasi, attraverso la condivisione di best practice e un continuo feedback reciproco che portano poi alle dimostrazioni che facciamo negli Experience Center e nei nostri principali eventi”, afferma Bechtold.
Le sponsorship come generatori di dati e nuove idee
Oltre ai classici media e località dove ci si aspetta di trovare comunicazione promozionale di SAP (testate specializzate, economiche, aeroporti, sport esclusivi…), il logo dell’azienda appare spesso su magliette di atleti, stadi, concerti pop e persino in eventi che sembrerebbero completamente fuori target, come le competizioni di videogiochi.
Perché un brand che non è consumer dovrebbe sponsorizzare il Team Liquid negli eSports, un gruppo musicale come i Coldplay o il Madison Square Garden? Per Lars Lamadé, Head of Global Sponsorships di SAP, le motivazioni sono tante: dall’amplificazione del brand alla possibilità di generare contenuti da condividere sui social media, al coinvolgimento di clienti, prospect e dipendenti durante eventi sportivi e musicali.
Soprattutto, però, c’è la possibilità di collaborare con le organizzazioni che si sponsorizzano per sperimentare soluzioni tecnologiche ad-hoc che vadano incontro a esigenze ben specifiche, dall’emissione di biglietti elettronici al monitoraggio delle prestazioni degli atleti, che possono poi trasformarsi in una soluzione a catalogo per nuove industry.
Lamadé tiene a precisare che le forniture di software sono fatte da una divisione completamente diversa e che non ha contatti con il suo gruppo. Una situazione in cui “ti sponsorizzo se compri la nostra soluzione”, o anche il baratto genererebbe problemi con le autorità di controllo, se inserito nei report di vendite.
Detto ciò, laddove si può creare questo connubio, si aprono opportunità interessanti.
Gli analytics negli eSports
Il monitoraggio di una prestazione sportiva non è una cosa semplice. I dati devono essere raccolti con sensori su atleti e attrezzature, camera tracking e lavoro manuale. Negli eSports, tutta l’azione avviene già in digitale, ed è possibile raccogliere enormi quantità di dati su ogni mossa e interazione, in tempo reale.
Si generano così tanti dati che spesso è difficile gestirli ed elaborarli in breve tempo, un fattore che però è importante visto che nei tornei di eSports spesso i concorrenti sanno chi sarà il proprio avversario solo con poche ore di anticipo.
“Per League of Legends e Dota 2, monitoriamo le partite di 65.000 top player in tutto il mondo accedendo direttamente alle piattaforme di Riot Games e Valve e grazie al machine learning siamo in grado di dare indicazioni al team sulle migliori strategie per la preparazione del match”, racconta Thomas Esser, Director Global Sponsorships di SAP.
Ma non sarà un po’ come barare, chiediamo? “Tutti fanno quel che possono per ricavare statistiche e informazioni strategiche, e la nostra soluzione produce un beneficio misurabile in qualche punto percentuale”, ci risponde Esser.
SAP sponsorizza poi alcune competizioni, per le quali fornisce il servizio che genera le statistiche di gioco in tempo reale.
Dagli sport digitali a quelli sul campo
La storia della squadra di calcio TSG Hoffenheim, di cui abbiamo potuto visitare il centro di allenamento, meriterebbe un articolo a sé. In estrema sintesi, nel 1999, l’allora 59enne e miliardario cofondatore di SAP Dietmar Hopp, decise di investire nella squadra di calcio in cui aveva militato in gioventù, il TSG Hoffenheim appunto, che all’epoca giocava nel locale campionato di quinta divisione. Grazie agli investimenti e all’utilizzo di tecniche e tecnologie innovative, in otto anni la squadra è arrivata alla prima divisione, riuscendo addirittura a guadagnarsi il titolo di campione d’inverno nel suo campionato di esordio.
Piccolo problema: Hoffenheim è un paese di 3300 abitanti. Una dimensione incompatibile con gli investimenti e i requisiti richiesti dalla Bundesliga, come la dimensione dello stadio e quindi il numero di spettatori paganti necessari a sostenersi.
Era necessario conquistare nuovi tifosi lontani e nuovi sponsor nazionali proponendo valori che andassero al di là dell’appartenenza al territorio, come la sostenibilità, l’innovazione, l’etica sportiva e aziendale. E coltivare questi rapporti anche e soprattutto sul piano digitale.
Il TSG utilizza tecnologie SAP su diversi fronti. Sul piano sportivo, vengono analizzati dati di allenamento e delle partite attraverso sensori e analisi dei video allo scopo di ottimizzare l’allenamento individuale e di squadra, anche con l’uso di strumenti automatizzati, sensori e realtà virtuale. Vengono tracciate le prestazioni degli atleti propri, ma anche allo scopo di individuare e reclutare talenti nelle divisioni minori.
Oltre ai dati ufficiali sugli eventi passati dalle leghe, che tracciano 2000 eventi per partita, vengono analizzati anche i dati di posizione della palla e dei giocatori, raccolti 25 volte al secondo.
Tra i risultati ottenuti dalla squadra grazie alla tecnologia, il Senior Director delle Global Sponsorship di SAP Matthias Weber cita le prestazioni dei rigori, in viene parata la metà dei tiri parati contro una media Bundesliga del 20%, mentre quelli segnati sono l’89% (la media della lega è del 74%).
Un altro risultato indispensabile per far funzionare il business sono i ricavi generati dalla cessione dei giocatori. “Il 23 percento dei talenti reclutati nelle nostre squadre minori raggiunge livelli professionali, mentre la media delle altre squadre comparabili è del 3 percento”, ci dice lo psicologo sportivo della squadra Ian Meyer.
Con l’esperienza fatta, SAP ha potuto creare e migliorare la sua soluzione SAP Sports One, che ora viene usata da 80 club e federazioni di calcio, basket, pallamano e hockey su ghiaccio per ottimizzare allenamenti, prestazioni e gestire il team.
Oltre che sul campo di gioco, le tecnologie SAP vengono usate anche per la biglietteria e l’acquisto via app di cibo e bevande allo stadio, con una riduzione della metà del tempo impiegato per questa operazione.
Un’economia affamata di dati
In un mondo che si sposta sempre più verso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, anche in chiave IA generativa, è sempre più chiaro che oltre alla potenza di calcolo e alla qualità degli algoritmi, la partita per uno sfruttamento efficiente e sicuro si giocherà sulla qualità dei dati su cui questi modelli vengono addestrati e fatti lavorare.
Una parola chiave nel prossimo futuro sarà Retrieval Augmented Generation: la generazione di conoscenza attraverso l’intelligenza artificiale, corroborata da un set di dati certi e affidabili, e su essi verificata. SAP si sta preparando ottenendo dati significativi da ogni sua attività, ed è uno spunto su cui molte aziende dovrebbero lavorare subito.
Se si può acquistare una soluzione in poche settimane, serve molto più tempo per ottenere una serie storica di dati significativi e coerenti.
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